A.C. 4394
Grazie, Presidente. Il tema della migrazione è il più grande e il più serio banco di prova che ha oggi la politica ad ogni livello. Questo è il punto di verità da cui dobbiamo partire, un punto di verità che tutti dovremmo condividere quando mettiamo a confronto le nostre analisi, le nostre visioni e le proposte che da queste visioni scaturiscono, quando proviamo a metterle in campo per affrontare questo fenomeno in modo adeguato. Sappiamo che non è un fenomeno dell'oggi e che le cause dei fenomeni migratori che oggi si manifestano hanno radici profonde e lontane. Ma oggi dobbiamo dire che tocca a noi, tocca alle società e a chi ha oggi la responsabilità di governarle dare risposte, risposte adeguate agli enormi problemi e ai bisogni che questi spostamenti, destinati a protrarsi per molto tempo ancora, pongono e ai bisogni del tutto inediti che ci mettono davanti. Lo facciamo, sapendo che la risposta sarà tanto più efficace e duratura quanto più condivisa a livello sovranazionale ed europeo e quanto più riusciremo a non essere soli. Non solo: sappiamo che questa risposta sarà tanto più forte quanto più sarà compresa e condivisa a livello sociale. Sono in gioco l'inclusione e l'integrazione e da questo processo nessuno può e nessuno deve sentirsi escluso. Tuttavia - e io credo che sia questo il punto, noi crediamo che sia questo il punto - perché inclusione e integrazione non siano il sogno di pochi ma un'esigenza condivisa di molti serve una strategia politica articolata, che abbandoni una volta per tutte la visione miope e soprattutto inconcludente dell'emergenza e dell'improvvisazione, che abbandoni visioni ideologiche esauste, figlie di un tempo che ormai si è concluso.
Questo è il principio che ci guida nel sostenere un provvedimento che si misura finalmente con il governo dei flussi migratori, che prova ad individuare strumenti e soluzioni per affrontare i problemi e le sfide che questo fenomeno pone, guardandoli in tutti i suoi aspetti. Per la prima volta si affronta, in maniera organica, una criticità del nostro sistema di accoglienza, di identificazione e di integrazione.
Voglio ricordarlo rapidamente: oltre ad istituire 14 sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini in Europa, il provvedimento introduce misure per la semplificazione e l'efficienza delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale e di integrazione dei richiedenti, per lo snellimento e l'accelerazione delle procedure di identificazione, per la definizione della posizione giuridica dei cittadini di Paesi terzi non appartenenti all'Unione europea, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico di migranti.
Come ogni provvedimento promosso dal Governo, anche questo non è stato esente da polemiche politiche, che hanno spesso superato il merito del testo in esame. Il tempo dirà se tutte le soluzioni scelte saranno le più adeguate o se bisognerà attuare delle modifiche in base a nuove urgenze e necessità, ma lasciatemi dire che il grande merito del provvedimento che ci apprestiamo a votare è quello di dimostrare che c'è ancora spazio per una politica che guarda lontano e non si rassegna al respiro corto e al consenso facile. L'immigrazione rappresenta senza dubbio una delle principali sfide che il nostro Paese e l'Unione europea si stanno trovando ad affrontare, e influenzerà in maniera decisiva la composizione e l'apertura delle nostre società, i principi e le qualità delle nostre democrazie, nonché il nostro ruolo nel mondo nei prossimi anni e decenni.
I numeri che sono sotto i nostri occhi ogni giorno parlano meglio di ogni altro argomento. Per stare esclusivamente alle cronache più recenti: nelle giornate di sabato 18 e domenica 19 marzo, in meno di quarantotto ore, nelle acque del Canale di Sicilia sono state portate a termine 25 operazioni di salvataggio e soccorsi 3.315 migranti; nel 2016, stando ai dati del centro di coordinamento del soccorso in mare della Guardia costiera italiana, sono stati soccorsi ben 178.400 migranti. È uno sforzo ed un impegno imponente, che ha bisogno di strumenti e risorse umane ed economiche per essere affrontato nel migliore dei modi e garantire procedure di identificazione e di definizione della posizione giuridica delle persone soccorse il più possibile rapide ed efficienti. Come dicevo in precedenza, il decreto-legge in corso di conversione, sul quale ci apprestiamo a votare la fiducia, rappresenta un tentativo concreto di affrontare le criticità che mettono a rischio l'efficacia delle nostre risposte. Lo fa con misure strutturali e di lungo periodo, che affrontano tutte le questioni chiave che la stessa Unione europea ci ha più volte segnalato, e che, una volta attuate, rafforzeranno ulteriormente la posizione del nostro Paese a livello comunitario sul tema della gestione dei flussi migratori.
Ci tengo inoltre a dire e a sottolineare come il provvedimento non solo si pone in continuità e complementarietà con altre norme importanti, come la legge sui minori non accompagnati, ma sia stato elaborato in modo da garantire il giusto equilibrio tra la necessità di garantire diritti fondamentali dei migranti e richiedenti asilo e la sicurezza e la legalità del nostro Paese e dei Paesi dell'Unione. Credo che la nostra posizione sia stata più volte ribadita, anche dall'Unione europea, e che il Ministro Minniti, anche in questo senso, si stia muovendo in maniera efficace, stringendo rapporti ed accordi bilaterali non solo con i Paesi dell'area del Mediterraneo ma anche con altri importanti Paesi europei come la Germania, che attraverso un accordo stipulato nello scorso marzo - al quale dovrebbero aggiungersi anche Austria e Svizzera e, in prospettiva, Francia e Slovenia - ha accettato di accogliere una quota di 500 migranti al mese. Lasciatemi dire che il pacchetto di misure che andremo ad approvare oggi andrà a rafforzare la credibilità del nostro Paese a livello europeo ed internazionale sul tema dell'imitazione, e darà di conseguenza maggiore forza all'azione diplomatica che il nostro Governo sta portando avanti.
Per questo motivo non solo ritengo fondamentale l'approvazione del provvedimento oggi in Aula, ma mi auguro che su un tema così importante e decisivo si riescano a superare in futuro le divergenze politiche, in modo da dare continuità a quella che dovrebbe rappresentare una strategia nazionale ed europea di lungo respiro.